Cultura

“Gli eroi inespressi”, il nuovo lavoro letterario dell’artista minervinese Carlo d’Ambra

La Redazione
Carlo d'Ambra - Gli eroi inespressi
"Gli eroi inespressi" è il ritratto esagerato ed esasperato di ciò che siamo diventati nella speranza che dopo lo scetticismo si giunga ad una reazione positiva
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Milan Kundera nel libro “L’arte del romanzo” ci parla degli agélaste. Questa parola fu introdotta da Francois Rabelais, il quale aveva dato vita anche ad un’altra grande varietà di neologismi. Purtroppo la parola “agélaste”, come tante altre, è caduta in disuso. La parola viene dal greco e significa “colui che non ride, che non ha il senso dello humour. Rabelais detestava gli agelasti, gli facevano paura. “Non c’è pace possibile fra il romanziere e l’agelasta”. “Gli agelasti sono convinti che la verità sia evidente, che tutti gli uomini debbano pensare la stessa cosa e che loro stessi siano esattamente ciò che pensano di essere. Ma l’uomo diventa individuo proprio quando perde la certezza della verità e il consenso unanime degli altri. Il romanzo è il paradiso immaginario degli individui. È il territorio in cui nessuno possiede la verità… ma in cui tutti hanno diritto ad essere capiti…”. “La saggezza del romanzo differisce da quella della filosofia. Il romanzo è nato non dallo spirito teorico ma dallo spirito dello humour“. “Gli eroi inespressi” sono nati, sin da quando avevo una vaga idea di loro, dallo spirito dello humour, appunto. Per questi motivi invito i miei futuri lettori a non impegnarsi più di tanto nel cercare di intercettare nel romanzo i miei orientamenti politici, giudizi morali, né a farneticare su temi di genere. Tempo perso. Non trovereste niente che vi possa soddisfare”.

Con queste parole il poliedrico artista minervinese Carlo d’Ambra presenta al pubblico il nuovo lavoro letterario dal titolo Gli eroi inespressi (casa editrice Fos Edizioni), che giunge alle stampe a cinque anni di distanza dal romanzo di esordio La nostalgia caotica (leggi QUI). Coerente al suo stile, l’artista, conosciuto per la sua attività pittorica e scultorea, propone la sua seconda opera narrativa. Un opera d’arte prodotta con la penna al posto del pennello, come egli stesso la definisce. Paradosso e ironia sono la chiave di lettura dello stile che contraddistingue il d’Ambra pittore, e che permangono anche nella sua esperienza letteraria.

Riportiamo alcune righe della prefazione al romanzo, curata dal professore Giacinto Lombardi, che afferma: “Qualunque giudizio si voglia dare sul valore letterario di quest’opera di Carlo D’Ambra, giunto ormai alla sua seconda fatica letteraria dopo “La nostalgia caotica”, è certo però che leggere le sue pagine sul mondo attuale, la sua sottile ironia sulla condizione umana, a volte il suo sarcasmo, altre volte le sue invettive, raramente l’amarezza per come gira il mondo, ha una funzione terapeutica e liberatoria. Aiuta a prendere le distanze dai banali condizionamenti della società dei consumi e dell’immagine, vero bersaglio della critica dell’autore. Coglie nella sua falsità, denuncia la vita inautentica dell’uomo moderno. Si pone così a quella tipica distanza dall’oggetto che permette di vedere l’inutilità di ciò che sta più a cuore: stipendio fisso con qualunque lavoro, vestiti alla moda, auto usata al di sopra dei propri mezzi e l’angoscia nel cuore per la recita di una vita falsa vissuta sul palcoscenico della realtà senza mai arrivare ad un vero svelamento, ad un’esplosione di vita e di autenticità“.

Gli eroi inespressi, dunque, è il ritratto esagerato ed esasperato di ciò che siamo diventati nella speranza che dopo lo scetticismo si giunga ad una reazione positiva.

mercoledì 22 Luglio 2020

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Angela De Leo
Angela De Leo
3 anni fa

Molto catturante il titolo e molto bella la copertina. Presentazione dell'autore e Prefazione del prof. Giacinto Lombardi sono un invito originale e suadente a leggere l'insolito romanzo…