Cultura

La Torre del Balzo di Minervino in vendita, l’appello de L’Umana Dimora all’Amministrazione

La Redazione
La Torre del Balzo
"E' giunto in momento che l'Amministrazione Comunale coordini uno sforzo congiunto, in accordo con altre realtà, affinchè la Torre possa tornare di proprietà dei minervinesi"
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Sarà visitabile fino a domenica prossima la mostra allestita presso il santuario della Madonna del Sabato e curata dall’associazione “L’Umana Dimora”, che ha come oggetto la Torre del Balzo. Disegni, planimetrie, foto e documenti dell’epoca saranno esposti nella “sala degli ex voto”, adiacente alla Casa del Clero, affinchè i visitatori possano comprendere la storia e la bellezza di un monumento che con con la propria presenza e maestosità delinea il profilo panoramico di Minervino.

Fatta erigerenpresumibilmente tra il 1454 e il 1462 da Pirro del Balzo,nduca di Andria, quale osservatorio posto al di fuori dellancinta muraria, come testimonia la trascrizione lapidean”CONSTRUIVIT IN SPECULA DUX HUIUS TERRAE DELnBAUCIA PIRHUS”.nLa costruzione rimase isolata fuori dell’abitato sino anquando, verso la fine del secolo XVII, il paese iniziò anestendersi verso sud, occupando la collina dove essa ènposta.

Nel 1462 fu sede di un memorabile assedio: Maria Donata del Balzo, moglie di Pirro, vi resisté strenuamente contro lenmilizie di suo zio Giannantonio Orsini, il quale tirò contro la Torre ben 109 cannonate, senza riuscire a distruggerla.nAlla fine, dopo un lungo assedio, la valorosa donna fu costretta ad arrendersi soccombendo alla scarsità di munizioninrimaste e agli stenti della fame. Spogliata di quasi tutto quello che aveva con sé fu mandata con i suoi figli a Spinazzola,nmentre con quelli che le erano stati fedeli, dice il Tarantino, il Principe Orsini fu spietato, perché ”dicea che essindovevano rendersi subito e non ubbidire a una Donna in cosa che non poteva avere buon fine per loro” quindi li fecenimpiccare tutti ai merli della Torre

Altri episodi riguardanti, sia pure marginalmente la Torre, avvennero nel 1502, durante la guerra fra Francesi e Spagnolinper il possesso del Regno di Napoli.

Sebbene essa appartenesse al demanio fino ai primi anni del 1800, quando la città era gestita dal Decurionato Comunale, a partire dagli anni ’20 dello stesso secolo fu concessa l’autorizzazione alla costruzione dei primi magazzini addossati alle sue mura, seguiti negli anni ’40 da abitazioni ad un solo piano. Fu proprio nella metà del XIX secolo che un privato creò un passaggio tra la propria casa e la Torre del Balzo, ottenendo successivamente l’acquisizione dell’intero bene attraverso una delibera di Consiglio Comunale e un atto notarile. Non ci sono dubbi, quindi, sul fatto che la fortezza del ‘400 sia a tutti gli effetti una proprietà privata, sottoposta ad obblighi in quanto bene d’interesse storico e artistico.

Ad oggi la Torre di Minervino è stata posta in vendita da parte dei proprietari.

Affermano i rappresentanti de L’Umana Dimora: “E’ giunto in momento che l’Amministrazione Comunale coordini uno sforzo congiunto, in accordo con altre realtà come la ProLoco, il Fai e gli imprenditori minervinesi sia locali che al di fuori della nostra città, affinchè la Torre possa tornare di proprietà del Comune. Siamo certi che la Soprintendenza attenda dei passi in tal senso al fine di sostenere tale azione che, senza dubbio, troverebbe supporto e sostegno anche grazie determinati finanziamenti europei destinati a questo genere di iniziative. E’ il momento di agire con unità d’intenti“.

Anche il nostro giornale si unisce al’appello dell’associazione L’Umana Dimora, affinchè, tutti i minervinesi e i loro rappresentanti, capiscano che è giunto finalmente il momento di cogliere un’occasione importante per riconsegnare alla Città un simbolo maestoso della propria storia e un attrattore fondamentale per l’arricchimento dell’offerta turistica locale.


venerdì 17 Agosto 2018

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