Cronaca

Infermieri, sui contratti in scadenza l’Ordine: «Dalla Asl Bt trattamento inaccettabile»

La Redazione
Infermieri
"Da mesi abbiamo sostenuto numeri alla mano, attraverso i dati forniti dalla FNOPI, la carenza di infermieri nella nostra regione (3.931 unità)"
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Con una nota indirizzata al Ministero della Salute, alla Regione Puglia e al Direttore Generale ASL BT in merito al rinnovo dei contratti a tempo determinato degli infermieri in scadenza al 31/10/ 2018, a firma del presidente Giuseppe Papagni,

l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Bat, “in qualità di ente sussidiario dello Stato deputato alla tutela della salute pubblica ed in rappresentanza degli infermieri di questa provincia esprime forte preoccupazione per le decisioni assunte dalla direzione generale della Asl Bat riguardo l’adozione di provvedimenti amministrativi nei confronti degli infermieri in scadenza di contratto”.

Nella giornata di sabato, dapprima con la nota n. 65011 (in allegato), Il Direttore Amministrativo della ASL BAT, dott. Giulio Schito, ed il dirigente dell’Ufficio Concorsi, dott.ssa Elena Tarantini, (delibera n. 1772 del 25/10/2018) affermavano che i contratti degli infermieri a tempo determinato in scadenza il 31/10/2018 si intendevano rinnovati sino al 31/12/2018. Dopo solo poche ore tale informativa veniva soppressa con nota n. 65013 (in allegato) a firma degli stessi dirigenti senza alcuna spiegazione per nessuno degli attori in causa.

L’ulteriore colpo di scena arriva nella giornata di domenica 28 ottobre. Sul sito ufficiale della Asl Bat (https://www.sanita.puglia.it/web/asl-barletta-andria-trani/news-in-primo-piano_det/-/journal_content/56/36008/precisazione-proroga-infermieri) appare una nota che riportiamo integralmente:

“Si comunica che, a chiarimento della nota prot. 65013 del 26.10.2018, ad oggetto “Proroga contratti a tempo determinato. Sospensione esecuzione nota prot. 65011 del 26.10.2018”, la sospensione è da ritenersi effettiva esclusivamente per gli Infermieri che non hanno i requisiti della stabilizzazione”.

“A prescindere dalle legittime posizioni del corpo sindacale, da mesi abbiamo sostenuto numeri alla mano, attraverso i dati forniti dalla FNOPI, la carenza di infermieri nella nostra regione (3.931 unità) e la necessità di applicare nuovi modelli organizzativi che gioverebbero al sistema salute ed ai cittadini.

Un trattamento riservato agli infermieri in scadenza di contratto che consideriamo poco dignitoso ed indecoroso, inaccettabile nella forma utilizzata che denota un certo pressapochismo e incapacità decisionale.

Un trattamento inaccettabile ed irrispettoso rivolto ai numerosissimi professionisti della sanità che sino ad oggi hanno garantito la continuità assistenziale ospedaliera e territoriale insieme a tutti gli altri attori del sistema sanitario di questa provincia. Non solo, fra pochissimi giorni, con questo discutibile atteggiamento amministrativo, da parte dell’azienda e perché no anche della Regione Puglia, rischiano di saltare interi servizi, anche di area critica, che portano in pancia quindi una responsabilità immane con il rischio di far crollare i livelli essenziali di assistenza.

L’Ordine da sempre in prima linea contro chi calpesta la dignità professionale e la salute dei cittadini promuoverà e nel caso affiancherà qualsiasi tipo di attività atta a risolvere una situazione senza precedenti”.

lunedì 29 Ottobre 2018

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Michele
Michele
5 anni fa

Purtroppo, ultimamente la professione infermieristica sta' vivendo a mio parere il momento più difficile degli ultimi 50anni. La professione ha cercato di evolversi,per diventare infermiere da oltre 20 anni serve una laurea, e dopo serve la cosiddetta formazione post laurea,ormai indispensabile per accedere alle selezioni sempre più esigenti Delle Asl. Tale formazione ha dei costi e di fatto ha creato un indotto che parassita la professione.l'infermiere ha visto crescere le sue competenze, le sue responsabilità civili/penali,ha visto stagnare il suo ccn per oltre un decennio, ha visto eliminare il mansionario che per quanto obsoleto almeno proteggeva dal demansionamento, perpetrato in attesa della rivoluzione che la nuova figura low cost porterà al SSN. L'osss !