In questi giorni, mesi ormai, segnati dalla pandemia, ascoltiamo tante storie, tante esperienze, molto spesso di denuncia, di sofferenza. Ma come abbiamo già fatto in altre occasioni, vogliamo dare spazio anche ad alcune testimonianze, seppur segnate dalla malattia, che ci raccontano l’umanità di quanti stanno affrontando in prima linea l’emergenza sanitaria.
E’ il racconto di una nostra lettrice, che ha voluto rendere nota una piccola storia, un piccolo gesto, ma per lei e la sua famiglia molto significativo. Sua madre, Valeria (la chiameremo così) aveva contratto il contagio nel focolaio dello scorso Aprile presso la nostra RSSA. Come tutti gli anziani contagiati è stata trasportata in ospedale a Bisceglie per l’incombere della malattia. Nel reparto Covid ha incontrato delle persone speciali che non gli hanno fatto mancare l’affetto. Valeria aveva sempre una parola di conforto per loro e soprattutto non vedeva l’ora di fare una videochiamata ai suoi parenti. E non mancava di ringraziare gli infermieri che le consentivano quel piccolo contatto con la sua famiglia di origine. Valeria, come tanti anziani non c’è l’ha fatta, ma ha lasciato un significativo ricordo in tutti gli operatori dell’ospedale.
Una delle infermiere, originaria di Minervino che vive a Spinazzola, sapendo che l’anziana Valeria era minervinese, ha cercato di prendere contatto con la sua famiglia, e grazie a una conoscenza in comune è riuscita a contattare una delle sue figlie, a cui ha potuto inoltrare un suo ultimo messaggio, che l’infermiera stessa aveva custodito con tanto amore per 4 mesi, una promessa che aveva fatto a Valeria.
La nostra lettrice intendeva con questa racconto ringraziare quanti nell’ospedale di Bisceglie hanno assistito i pazienti covid, persone semplici, lavoratori onesti, che mettono la loro vita in pericolo per gli altri, e quello che fanno è caratterizzato dalla più autentica umanità. Sono questi quelli che vengono definiti eroi.