Considerata similitudine col temporale momento che vede tanti cittadini impegnati nella tornata elettorale, quelli minervinesi, in particolare, sono a fregiarsi della gioia per aver appreso della investitura a candidato e rappresentante nell’olimpo calcistico di Gaetano Castrovilli.
Ad onor del vero, era da qualche giorno che in ambito cittadino girava voce, poi confermata, che il sodalizio (la Fiorentina) che lo annovera tra le sue fila, lo aveva ritenuto degno di indossare la casacca contrassegnata dal numero dieci, “il numero”. Quanti amano questo sport sanno benissimo l’enorme valore del “sigillo”. Questo, naturalmente e normalmente, lo si attribuisce, oltre all’emblema e leader tecnico, individuato e designato, all’elemento capace di incarnarne i canoni rappresentativi.
A conforto di quanto detto è bene ricordare che, nello specifico storico della compagine gigliata, esso è stato ad appannaggio di “Picchio” Giancarlo De Sisti e “Codino” Roberto Baggio, di Giancarlo Antognoni (del quale il “nostro” sembra destinato a continuarne le gesta), Manuel Rui Costa e Adrian Mutu.
Certo, posta in questi termini e considerando la “designazione” da parte della società un atto inteso a dare una valente continuità storica, tecnica e di immagine a quanto determinato nel loro rispettivo “passaggio” dai citati, illustri predecessori, ne riviene che ce ne sarebbe a iosa per far tremare i polsi anche ai più temerari e navigati.
La lucida considerazione di chi scrive, consapevole del peso e della responsabilità con la quale Gaetano si troverà a “convivere”, non può esimersi dal rappresentare un certo timore che il gravoso compito destinatogli possa, non dico schiacciarlo sotto il peso delle responsabilità, condizionarne le prove.
L’augurio sincero à che questo rimanga solamente una apprensione e che, di concerto, il grande onere gli conferisca la forza e capacità per renderlo orgoglioso onore.
E’ l’auspicio di quanti ti vogliono bene e noi, caro Gaetano, siamo tra questi.