Da martedì 21 settembre la nostra Diocesi in intesa con il Comune di Minervino Murge, rispondendo all’appello di papa Francesco, sta accogliendo un nucleo familiare di 9 persone provenienti dall’Afghanistan.
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Le modalità di questa accoglienza, così come contenute nella circolare del Ministero degli Interni e ribadita nella convenzione sottoscritta tra la Prefettura, il Comune di Minervino Murge e la Caritas diocesana, è a totale carico degli ospitanti.
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A distanza di un mese e dopo aver provveduto ad una nuova abitazione diventano più chiari alcuni passaggi e le risorse necessarie per far fronte ai bisogni primari. Dal punto di vista socio-sanitario si è terminata la vaccinazione Covid-19, l’iscrizione alla scuola (diversi ordini e gradi), la richiesta di STP (per l'assistenza sanitaria) e di riconoscimento di status di rifugiati che consentirà loro di muoversi sul territorio nazionale, cercare lavoro, vedere riconosciuti alcuni diritti. Dal punto vista materiale i bisogni sono quelli di una normale famiglia i cui genitori devono badare alla vita di 7 figli (di età compresa tra i 5 e i 21 anni).
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L’accoglienza concreta, fatta a nome della Chiesa diocesana, è stata possibile grazie alla Zona pastorale di Minervino Murge che ha coinvolto sacerdoti e laici, e ai volontari del Centro Emmaus che si sono spesi con generosità e hanno creato una piccola rete di volontari e benefattori (disponibilità di abitazione, accompagnamento, interpreti).
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"Per poter allargare la rete dell’accoglienza e coinvolgere sempre di più l’intera comunità diocesana in questa gara di solidarietà desideriamo, in accordo con il presbiterio locale, lanciare l’iniziativa: Adozione di prossimità di una famiglia afghana" ci riferisce don Mimmo Francavilla, direttore della Caritas Diocesana.
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Tre sono le modalità di partecipazione:
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1) offerte indirizzate direttamente alla Caritas diocesana attraverso i canali presenti sul sito (https://www.caritasandria.it/cosa-puoi-fare/#dona-ora</a>);
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2) buoni spesa per l’acquisto dei soli prodotti da forno, frutta e verdura, pesce e carne (i buoni o scontrini o altri documenti che attestano la possibilità di ritiro dei prodotti dovranno essere consegnati ai sacerdoti, al responsabile del Centro Emmaus, ai referenti delle Caritas parrocchiali di Minervino Murge); sarà possibile anche versare anche offerte in denaro;
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3) consegna dei seguenti beni alimentari direttamente alle parrocchie di Minervino Murge (solo questi: riso, yogurt, latte, frutta, tonno, uova, biscotti e merendine, snack salati, the in bustine, acqua minerale e bevande analcoliche).
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"Sappiamo che quando i riflettori si spengono aumenta la solitudine – afferma ancora don Mimmo – invece in questo momento tocca a noi far avvertire non tanto il problema quanto il volto più umano di una comunità. Grazie per la disponibilità sempre manifestata".
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Ma scusate questi programmi non sono già finanziati adeguatamente dal Ministero degli interni tramite le Prefetture?