Il compianto don Michele Carlone, sacerdote minervinese scomparso pochi giorni fa all’età di 94 anni, era conosciuto dai concittadini con il titolo di “Arcidiacono”. Ma cosa significa tale appellativo?
L’appellativo “arcidiacono” può essere considerato l’ultimo retaggio dell’antica diocesi di Minervino Murge. La sede vescovile nella nostra città fu istituita nel XI secolo e venne sciolta nel 1818 quando Pio VII con la bolla De Utiliori rivedeva l’organizzazione ecclesiastica del Regno delle Due Sicilie in conformità al nuovo concordato tra la Santa Sede e il Regno Borbonico. Da allora Minervino rientra nella diocesi di Andria.
Ma chi era l’Arcidiacono? Egli era un’importante figura dell’amministrazione diocesana, a capo del Capitolo della Cattedrale. Ancor’oggi il vescovo diocesano è attorniato da sacerdoti, con il titolo di canonici, che svolgono compiti importanti per la cura e la gestione della diocesi. L’insieme dei canonici prende il nome di capitolo cattedrale. In sostanza l’arcidiacono rappresentava il collegio dei canonici e solitamente era il parroco della chiesa cattedrale.
Nonostante fosse passato più di un secolo dalla soppressione della sede vescovile a Minervino, anche don Michele, nominato parroco della cattedrale, assunse l’antico appellativo che lo ha accompagnato anche successivamente quando assunse altri incarichi. Fino a farlo scomparire con la sua morte.
Pur essendo attualmente una sede vacante, la diocesi di Minervino esiste ancora (come sede titolare, suffraganea dell’arcidiocesi di Trani) e viene assegnata come titolo a cardinali o vescovi che svolgono importanti incarichi in Vaticano o in altre istituzioni ecclesiastiche. Ogni cardinale, infatti, deve essere un episcopo e, poichè molti di essi operano nella Santa Sede, assumono il titolo di vescovi di diocesi soppresse. L’attuale vescovo di Minervino risulta essere il polacco Ryszard Karpiński, dal 19 agosto 1985.