Cultura

Una verità storica rilancia anche la Murgia nel mondo

La Redazione
Il regista John Turturro
Anche ​Minervino e Spinazzola i​n un articolo appena pubblicato di Enrico Tedeschi sulla verità storica che il Guglielmo de "Il nome della Rosa" era vescovo a Giovinazzo nel '300
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E non ha alcun dubbio circa un possibile rilancio dei nostri inconfondibili paesaggi il giornalista e anche nostroncollaboratore che, con un lungo articolo sull’argomento (giànpresente sul portale nel nostro network e che vi riproponiamo nel link) haninteso puntualizzare i termini di una verità storica che contempla ni nostri territori con riferimenti ben precisi: il “Castelndal Monte” ed il “CastellonUrsino” riportati nel bestseller Ilnnome della rosan e, pertanto, impliciti anche nella ricostruzione del viaggio realenin Puglia di Guglielmondi Alnwickn(vescovo a Giovinazzo dal 1329 al 1333, ndr) che altro non è che ilnvero nome del fra’ Guglielmo di Baskerville protagonista delnromanzo di UmbertonEco.

L’elemento di base, questo e sempre a detta di EnriconTedeschi,ndella sceneggiatura di una importante serie tv a diffusione mondialenche non potrà certo essere «un semplice remake del film “Il nome della Rosa” dinJean-JeacquesnAnnaud» anche perché si tratterebbe di un’operazione “senzansenso”.

Tutto sarebbe, secondo lui, cominciato dalla lunga visita che ilnfamoso attore e regista JohnnTurturronfece, nel 2010, nel centro storico di Giovinazzo, paese natale di suonpadre Nicola:nfu allora che apprese dallo studioso locale MichelenBonserionche non solo i due Guglielmo (quello di Baskerville di Eco e quellondi Alnwick della Storia) erano un unico personaggio, ma addiritturanpotè prendere visione diretta della pergamena scoperta nel 2002n(custodita nel prezioso Archivio Capitolare di Giovinazzo, ndr) chenmetteva fine ad una querelle che teneva in sospeso da trent’anni nil giudizio definitivo sulla ricongiunzione dei due personaggi. Dinqui non è poi difficile ipotizzare che John Turturro, anche sullanscorta dell’incredibile successo del film cult sul Medioevo dinAnnaud e del romanzo che lo aveva ispirato (traduzioni in 40 linguened oltre 50 milioni di copie vendute) abbia poi avuto l’idea di unanserie tv su un “Nome della rosa” da riscrivere alla luce dellenscoperte storiche fatte, a libro e film già di consolidatonsuccesso, da un accreditatissimo studioso, padre GaetanonValentendi Terlizzi.

Cast stellare (a cominciare dallo stesso Turturro neinpanni di fra’ Guglielmo e, giusto per citare il più noto alngrande pubblico, RupertnEverettnin quelli di Bernardo Gui, ndr) per di più affidato ad un registandi provata esperienza come GiacomonBattiato,nnquellandi cui stiamo parlando, in effetti, è una grande coproduzioneninternazionale che porterà in ogni angolo del pianeta – con questonracconto tutto pugliese almeno nel suo tragico epilogo – anchenimmagini (ricostruite o meno) di una terra che fu senz’altro unanprotagonista assoluta nel medioevo. Praticamente impensabile, però, nche si possano omettere inquadrature a Castel del Monte e perchè no «volendonanche ragionare in termini di economia di spesa» – comenpure suggerisce nel suo articolo Tedeschi con tanto di foto a corredon- anche alle «…infinitenlocation in zona, e già pronte per un fatidico ciak con ciò chenancora conservano d’antico, i tanti tratturi restati intatti neinsecoli e una campagna inviolata e ricca di animali selvatici engreggi, ora come all’epoca».

nUn ragionamento che non fa una grinza, ben sapendo della suanconoscenza dei luoghi e n delle sue esperienze sui set, compresa quella in occasione dellenriprese del film Ninfanplebea dinLinanWertmuller,nquasi totalmente girato a nelle campagne di Spinazzola nel 1996.nNonnci resta a questo punto che sperare, anche se ci auguriamo sianonsuperflui questi suggerimenti, che le luci di scena illuminino pernun attimo questi nostri territori straordinari nella loro bellezzansenza tempo, ma non ancora conosciuti come quelli della vicina ednormai lanciatissima Matera. Chissà che allora, come è capitato pernalcune zone della provincia di Bari ormai mete persino di starnfamosissime dopo alcune puntate di Beatiful,nnon succeda anche per noi lo stesso miracolo grazie alle immagininche, “Nel nome della rosa”, gireranno nel Mondo.

Ora il destinonnon solo della bellissima Giovinazzo, ma anche nostro, è dunquendeposto sulle ginocchia non di Giove ma di un John che, inutile ribadirlo, ora puònfare tanto per la terra dei suoi avi nel rispetto, oltretutto, delncognome che porta, Turturro, che è quasi un marchio a fuoco chenriconduce inequivocabilmente le sue origini ad un solo posto: lancittà di suo padre.

martedì 7 Novembre 2017

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