Cultura

Sgarbi a Bari: grande successo. Intanto spunta l’ipotesi di una pinacoteca a Minervino

Enrico Tedeschi
Vittorio Sgarbi al teatro Petruzzelli
L'inno di Sgarbi​ alla bellezza dai tanti volti di Bari, dal palco di un Petruzzelli che gli deve molto, entusiasma il pubblico colto accorso nella capitale pugliese per l'appuntamento con Panorama d'Italia
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Un inno alla bellezza di Bari ma anche un allarme per la suanidentità in pericolo, così Vittorio Sgarbi,ncome un direttore d’orchestra, dal palco del teatro per la cui ricostruzione fu a suo tempo determinante e da lui pure definito “più bello certamente del ricostruito La Fenice” e meritevole a pieno titolo di divenire LanScala del Sud”. Ed è un Petruzzelli stracolmone caloroso come nelle grandi occasioni, quello che ha accolto il criticonferrarese per ascoltare la sua lectio magistralis sulla capitale di Puglia,ninserita nel programma che il direttore della rivista Giorgio Mulè ha stilato per il suo imperdibilentour Panoramand’Italia che spiega il Belpaesenattraverso 10 città simbolo e per il 2017 : Torino, Bologna, Pavia,nSpoleto-Norcia-Montefalco, Bari, Trieste ed Udine, Olbia, Milano, Caserta enRagusa. Ma con in più la novità chenquesta sua quarta edizione approderà persino a New York (This snItaly- Parts Unknown dal 31 ottobre al 2 novembre nella Grande Mela ) prima della suanconclusione.

Ed è una Bari sconosciuta persino alla maggior parte dei “baresi”nquella che, con le parole di Sgarbi accompagnate da numerose immagini proiettate, è stata illustrata comensolo lui può essere capace di fare: dalla Città Vecchia con, naturalmente , protagonistenle romaniche Cattedrale di S. Sabino e lanceleberrima Basilica di S. Nicola (ma anche una menzione di sapore campanilistico, relativamente a Piazzandel Ferrarese, così chiamata a ricordare il suo concittadino del ‘600, il commerciante Stefano Fabri o Il Fabbro) al centro murattiano e delnNovecento (dal Palazzo Fizzarotti anquello dell’Acquedotto Pugliese, conngli stupefacenti arredi curati da Duilio Cambellotti) per arrivare poi alle “architetturendel Ventennio”. Davvero nulla, si può tranquillamente dire, è stato praticamententralasciato nel ritratto a tutto tondondi questa “Porta d’Oriente” dell’Italiannel Mediterraneo per come la vollenl’indimenticabile ministro Araldo dinCrollalanza agli inizi del secolo scorso.nA completare il quadro persino una panoramica sulla produzione degli artisti veneti in Terra di Bari, dal Bellini aglinaltri, citando ovviamente la “Annunciazione” di Bartolomeo Vivarini (nella chiesa matrice di Modugno) e lonstrepitoso “San Felice in cattedra” di LorenzonLotto (nella centrale chiesa di S.nDomenico a Giovinazzo) molto ammirati all’EXPO di Milano nella irripetibile mostra “Il Tesoro d’Italia”, ideatane curata da Sgarbi, ma resa possibile – giusto ricordarlo – dalla generosità del noto imprenditore Oscar Farinetti.

Una lunga ed applauditissima esposizione,ndunque, con una chiosa molto amara, però, per il governatore di Puglia Michele Emiliano e, soprattutto, per il sindaco Antonio Decaro</strong>; né, d’altronde, poteva essere diversamente dopo ilnveloce sopralluogo del critico (questa volta con Mulè e la combattiva consigliera barese Melini) ai cantieri dellan“riqualificazione”, sulla cui opportunità la sua posizione era già comunquenampiamente nota sin dall’inizio dei lavori. “Il mondo va al contrario: hannontolto le palme da via Sparano – ha infatti ribadito Sgarbi – per portarle innpiazza Duomo a Milano?! …E poi per far che? Per sostituirle con panchine che sembrano delle bare o cubi adattinal massimo a delle cubiste per poter mostrare a tutti …“ ciò che, con una perifrasindel suo divertente e colorito linguaggio “… avrebbero potuto comodamente adagiare sununa seduta, magari appoggiando il resto del corpo ad un opportuno schienale”.

E visto che siamonin tema e per concludere, impossibile non citare, tra gli ospiti di spicco nellencomode poltrone della prima fila,nl’eclettico artista internazionale e maestro WilliamnTode (a Trani con una sua importante mostra fino al 31 agosto) ed il noto pittorenminervinese Michele Roccotelli,nappena reduce dalla Germania da una vernice di successo che ha registrato un verone proprio boom di presenze e l’accaparramentonpressoché totale delle opere in venditananche da parte di raffinati collezionisti. Epilogo della serata in unnristorante in centro, stavolta nessuna delle ormai famose passeggiate notturne delnVittorio nazionale nelle città in cui va e, addirittura, neppure il tempo pernuna visita al vicinissimo atelier del maestro Roccotelli, anche in previsionendi una possibile donazione alla sua città – qualora a Minervino si realizzassenuna pinacoteca – di circa un centinaiondi quadri che raccontano la sua non certo comune storia artistica: è uno Sgarbi provatoncome poche altre volte quello che, infatti, ha preferito partirenimmediatamente per la sua lontana destinazionendell’indomani, avendo già sulle spalle oltre mille chilometri di viaggio nellanmattinata, una lunga registrazione dagli studi di Bari per la 7 (Otto e mezzo della Gruber in onda la stessa sera del 30 giugnonu.s.) poi immediatamente seguita, come se nulla fosse, dalla lunga kermesse dincui stiamo parlando. Appuntamentonaltrettanto rimandato, nella circostanza, anche quello di una visita alle operendi Tode al Palazzo Beltrani “pur se di strada con la meta prevista”, nonnrimane ora che sperare che si trovi un buco nella fittissima agenda di impegnindi Sgarbi, per una selezione preventiva – in attesa di notizie più certe – dellenopere più significative del munifico artista minervinese, affinché si possa poinconcretizzare al meglio la sua aspirazione a lasciare un suo ricordo imperituronal posto in cui è nato.

Un sogno, quello di Roccotelli, che se vogliamo potrebbenessere anche il sogno della sua città poiché, con una galleria permanente a suonnome a poca distanza dalla famosa pinacoteca D’Errico di Palazzo S. Gervasio, si verrebbe a potenziare di riflesso anche l’incredibilenofferta delle misconosciute meraviglie archeologiche sia proprie che dell’interanzona. In definitiva questa iniziativa sarebbe un ulteriore motivo di richiamonturistico per Minervino e dintorni, attraverso un’offerta culturale diversificatane ricca come poche accoppiata, per di più, ad una rinomatissima tradizionenenogastronomica. Ciò che ci vuole, ed in perfetta linea con gli sforzi già innatto, per trovarsi pronti a sfruttarenappieno le incredibili opportunità di rilancio legate a Matera Città Europeandella Cultura 2019. Hic et nunc, ènqui ed adesso che si gioca allora la partita del futuro non solo di questonsplendido “Balcone delle Puglie” ma anche delle straordinarie realtà vicine.

mercoledì 5 Luglio 2017

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