Cultura

Primo premio all’Istituto Comprensivo di Minervino al concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”

Raffaella Ippolito
L'olocausto degli ebrei
Il plesso Pietrocola-Mazzini ha ottenuto il Primo Premio per la sezione delle Scuole Secondarie di I grado del concorso Nazionale"I giovani ricordano la Shoah" .
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Siamo arrivati alla XV Edizione Concorso Nazionale "I giovani ricordano la Shoah" e, ancora una volta, Minervino si distingue con la sua originalità e bravura.

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La Commissione valutatrice del concorso "1 giovani ricordano la Shoah", bandito con nota prot. AOODGSIP n? 5318 del 30/06/2016, istituita con Decreto Dipartimentale prot. AOODPIT n. 002 del 9/01/2017 e composta da rappresentanti del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha motivato l'assegnazione del premio come segue: "Ispirandosi al racconto 'Una notte del '43' di Bassani, i ragazzi hanno realizzato una composizione musicale da loro stessi eseguita con grande empatia. Ne emerge un efficace monito contro l'indifferenza, con l'invito ai coetanei ad approfondire le vicende di ieri e a non voltare il viso dall'altra parte di fronte alle ingiustizie e alle discriminazioni del presente".

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Ma come e da chi è stato svolto il lavoro?
nIl soggetto del videoclip “Noi nella lunga notte del ‘43”è stato realizzato dagli alunni delle classi 3 A e 2 D del plesso Pietrocola-Mazzini: il tema trattato ricorre ad un racconto di Giorgio Bassani scritto nel romanzo “Cinque storie ferraresi”.
nPer svolgere codesto lavoro, i ragazzi, durante il laboratorio della legalità, hanno collaborato attraverso la formula delle classi aperte e in modo multidisciplinare.

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Tutto ciò si è svolto durante le ore curriculari, seguendo degli step che hanno permesso di utilizzare il metodo del cooperative learning, euristico guidato, partendo dalla curiosità di conoscere chi fosse Giorgio Bassani. Ovviamente le docenti che hanno seguito passo passo il progetto, ossia Caterina Elifani e Maria Laura Mancini, si sono munite di conoscenza per incuriosire e motivare gli alunni alla scoperta di un autore mai conosciuto.

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Dopo aver fatto ricerche sulla sua biografia e bibliografia attraverso varie fonti, i ragazzi hanno compreso che la tragedia della Shoah non è avvenuta solo all’interno dei campi, lontano dalla nostra Italia ma anche nel microcosmo cittadino e familiare come è stato quello di Ferrara, nel racconto “La lunga notte del ‘43”.
nDopodiché, una volta assimilata la questione, i ragazzi hanno confrontato l’opera scritta con il film pluripremiato.
nLa tematica su cui si è discusso dopo la proiezione del film è l’importanza di raccontare la verità per ricostruire il passato nel modo più oggettivo possibile. Per questo si è utilizzata la famosa frase scritta all’ingresso del campo di concentramento Auschwitz “ Arbeit macht frei”, tradotta in italiano: il lavoro rende liberi.

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Nella mente dei giovani, che si sono trovati ad affrontare questioni così delicate, sono sorti, nel cammino, numerosi interrogativi.
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nDove è la verità?
nCosa intendevano i tedeschi per lavoro?
nLavoro coatto, schiavi padroni?
nIl concetto di libertà è rivolto alla supremazia razziale tedesca o al loro progetto scientifico di liberarsi per sempre degli ebrei attraverso le camere a gas perché considerati parassiti, blatte e pidocchi?
nDa qui traspare il concetto di non verità storica, per questo i ragazzi l’hanno trasformata attraverso la tecnica dell’opera del pittore Gerhard Richter. La foto viene trasformata con pigmenti di diversi colori spalmati e poi rasc, hiati con una spatola sulla foto stessa. La foto a questo punto non rappresenta più nulla perché non c’è verità.
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nPer concludere il progetto, gli alunni coinvolti nel progetto hanno inventato una canzone inedita nel testo e nella musica mettendo in luce nel ritornello che l’uomo in ogni momento della sua vita fa una scelta, come fa il protagonista del racconto: sceglie di non conoscere e quindi di nascondere allo storico e a se stesso la verità. I ragazzi vogliono gridare come Anna la verità e partire dalle piccole cose quotidiane per imparare ad essere leali con se stessi e gli altri. Mentre il video scorre gli alunni hanno messo a confronto i fatti di cronaca contemporanea e quelli del passato, gli slogan nazisti e quelli di oggi inerenti la discriminazione razziale, le divisioni religiose, i genocidi dell’ Armenia e del Ruanda sottolineando che la Shoah resta un crimine unico perché non solo di origine politico ma anche religioso, scientifico e di manipolazione genetica. Il messaggio finale è stato: essere allerti e vigilare su determinati cambiamenti politici che presentano una cultura individualista, rigida e contraria ad ogni forma di tolleranza.
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nInsomma, un lavoro in grande stile che ha portato alla vittoria: un primo premio che verrà consegnato presso il Palazzo del Quirinale, nella mattina del 27 gennaio, a Roma.
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venerdì 20 Gennaio 2017

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Maria Vincenza Giorgio
Maria Vincenza Giorgio
7 anni fa

A me sembra strano che l’Istituto vinca ogni anno! Che non ci siano altri partecipanti?????

LUIGIA BEVILACQUA
LUIGIA BEVILACQUA
7 anni fa

La Storia ci insegna il valore della vita di ogni uomo, di qualsiasi Nazionalità, colore, Religione. Ognuno di noi è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio. La storia ci insegna i valori della vita attraverso il vissuto dei nostri antenati. Impariamo a vivere il presente con il bagaglio del passato e saremo veri uomini. complimenti a tutti voi per il lavoro svolto.