Cronaca

Sgominata la “Banda del Bancomat”, identificata la base di partenza tra Minervino e Spinazzola [VIDEO]

La Redazione
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Operazione "Akiud"
Nell'operazione  impiegati oltre 50 militari delle Province di Potenza, Bari e Foggia, oltre ad un velivolo del Nucleo Elicotteri di Bari
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Si è svolta nei giorni scorsi una vasta operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza e della Compagnia di Acerenza (PZ) in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Capoluogo lucano, su richiesta della Procura della Repubblica.

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Le indagini, coordinate dalla Procura potentina, hanno consentito di acquisire elementi indiziari a carico di cinque individui, tutti pugliesi, che si sarebbero resi responsabili di una decina di assalti a postazioni di bancomat commessi tra il 2015 ed il 2016 in Basilicata e Puglia mediante il metodo della “marmotta” (pezzo metallico a due strati, a forma di cuneo, recante, nel mezzo, l’esplosivo. Il manufatto veniva inserito nella fessura dalla quale veniva erogato il contante e poi attivato con una miccia. La conseguente deflagrazione provocava l’apertura del bancomat).

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Le indagini si sono concentrate sugli episodi avvenuti tra marzo e maggio 2016 in alcuni centri lucani e pugliesi (Melfi, Barile, Cancellara, Bitetto, Altamura, Lucera e Gravina di Puglia) da parte di un «commando» che agiva utilizzando «un altissimo livello di attenzione e di precauzioni, ma anche con grande ferocia: la base di partenza era una masseria tra Minervino Murge e Spinazzola, le auto usate erano rubate, con targhe straniere, tutte molto potenti, e il gruppo agiva sempre a volto coperto, non utilizzando mai i telefoni cellulari, ma solo ricetrasmittenti. I cinque, infatti, molto probabilmente collegati con altri gruppi dell’area pugliese, avevano un preciso schema d’azione per far saltare il bancomat in pochi minuti e raccogliere le banconote: quelle macchiate venivano poi rivendute a un prezzo inferiore ad altri pregiudicati, e usate spesso nei distributori automatici.

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Nessun cellulare e volti coperti, quindi, e per i riconoscimenti sono state necessarie perizie biometriche sui video di sorveglianza. Non esitavano però a forzare posti di blocco e a sparare, se necessario, come avvenuto in un paio di occasioni. Il bottino complessivo per i colpi su cui si sono svolte le indagini è di circa 130 mila euro. 

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Nell’operazione  impiegati oltre 50 militari delle Province di Potenza, Bari e Foggia, oltre ad un velivolo del Nucleo Elicotteri di Bari, che ha sorvolato anche i cieli di Minervino nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, non passando inosservato a molti dei nostri lettori e concittadini.

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venerdì 17 Febbraio 2017

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