Attualità

Invasione dei cinghiali nei centri abitati, in Puglia la legge per abbatterli

La Redazione
Cinghiali nel Parco nazionale dell Alta Murgia
Si chiama caccia selettiva e scatta quando la presenza di una specie è diventata insostenibile
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Si chiama caccia selettiva e funziona quando si ritiene, dopo un’accurata opera di censimento, che la presenza degli esemplari di una specie animale – peraltro inusitatamente introdotta da un territorio estero come nel caso dei cinghiali in Puglia – è diventata insostenibile. È sostanzialmente questo che l’intestazione della proposta di legge regionale recentemente passata positivamente al vaglio della IV commissione competente sul tema intende regolamentare. E gli operatori del settore agricolo sembrano tirare un respiro dopo i danni denunciati, addirittura 11 milioni sostengono da Coldiretti, patiti per i disastri compiuti presumibilmente dall’«eccedenza» di presenze delle specie animali interessate.

«Abbiamo ritenuto utile ed opportuno colmare il vuoto normativo a livello regionale – spiega il Presidente della commissione, il consigliere regionale Pd, Donato Pentassuglia – stante l’emergenza determinata dall’aumento incontrollato delle specie. La proposta di legge intende prevenire i danni, riducendoli progressivamente attraverso la fissazione di soglie massime di danno, garantire la pubblica incolumità, sia per chi pratica tali forme di caccia che per chi frequenta gli ambienti rurali, effettuare le misurazioni biometriche sui capi abbattuti, anche al fine di valutare ogni anno il potenziale riproduttivo della popolazione locale».

Da parte di Coldiretti si felicitano ricordando: «Abbiamo fatto pressing affinché si passasse dalle parole ai fatti sul delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo. Nel giro di 10 anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti. Qualora le misure di prevenzione si rilevino inefficaci – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – dovrà, dunque, essere avviato un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo e primario interesse pubblico, tenendo conto, peraltro, dei principi di efficacia ed economicità delle modalità di attuazione, perseguendo il minimo impatto ecologico».

«In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica – incalza il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile».

martedì 20 Marzo 2018

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