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Dati Istat, l’economia della Bat comincia a crescere

La Redazione
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Le principali criticità dell'export e gli obiettivi futuri nell'analisi di Emmanuele Daluiso
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Nuova analisi economica che riguarda il territorio della provincia di Barletta, Andria e Trani. La firma autorevole è, ancora una volta, quella di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles e Membro dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali.

Ecco il testo della sua riflessione.

«Sono stati diffusi ieri dall’ISTAT i dati relativi all’export delle regioni e province italiane nel primo trimestre 2017, che evidenziano, in un un contesto di consolidamento della crescita economica mondiale, l’incremento delle esportazioni italiane pari all’8% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Il positivo trend italiano ha interessato in misura limitata il Mezzogiorno, che ha visto crescere il suo export nella prima parte del 2017 di solo lo 0,5% rispetto al corrispondente periodo 2016.

Fra le regioni del Mezzogiorno emerge la crescita della Puglia (+5,9%) e quella della BAT (+7%).

Vediamo nel dettaglio i trend dell’economia internazionale e i trend delle esportazioni italiane e della BAT.

Lo scenario di evoluzione dell’economia internazionale

Dopo un leggero rallentamento della crescita economica a livello mondiale negli ultimi due anni, il Fondo Monetario Internazionale prvede che quest’anno la crescita si collochi al +3,5%, per consolidarsi ulteriormente negli anni successivi su valori più prossimi al 4%. Si tratta di una crescita meno intensa di quella registrata negli anni primi dello scoppio della grave crisi finanzaria ed economica scoppiata fra il 2008 e il 2009, ma comunque una crescita in fase di rafforzamento.

A crescere saranno soprattutto le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, mentre le economie avanzate e le economie della zona euro registreranno una crescita che si manterrà sotto il 2%.

Rallenta la globalizzazione

Il processo di globalizzazione dell’economia mondiale, dopo la crisi del 2008-2009, si va evolvendo in misura meno intensa rispetto al periodo pre-crisi. Il commercio internazionale, che a partire dalla costituzione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, negli anni ’90 del secolo scorso, aveva rappresentano il principale motore della crescita economica mondiale, ha smesso questo ruolo e non lo riprenderà a breve. Dal 2010 al 2016 il commercio mondiale, in media annua, è infatti cresciuto di appena il 3% rispetto al 6,9% registrato fra il 2000 e il 2008. Gli stessi paesi in via di sviluppo, in primis la Cina, che con l’Organizzazione Mondiale del Commercio hanno visto crescere il loro peso economico proprio grazie al commercio internazionale, ora stanno marciando a un ritmo più blando rispetto al passato.

Gli stessi accordi raggiunti tra i paesi del G20 spingono la Cina e gli altri paesi in via di sviluppo a puntare maggiormente sulla crescita dei propri mercati interni piuttosto che sull’export. Le stesse prese di posizione protezionistiche del nuovo governo americano, se confermate, spingeranno nella direzione di una crescita meno intensa del commercio internazionale.

In questo scenario di fondo di consolidamento della ripresa dell’ economica mondiale, pur con un ruolo meno pronunciato del commercio estero, la crescita di quest’ultimo nel 2017, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, dovrebbe attestarsi al +3,8% rispetto al +2,2% dello scorso anno.

I dati rilevati dal CPB-Word Trade Monitor evidenziano in effetti che nel corso del primo semestre 2017 il commercio estero è cresciuto del +4,7% rispetto al primo semestre del 2016.

La crescita dell’export della BAT

In questo scenario mondiale di consolidamento della crescita economica su ritmi più blandi del passato, che crea un contesto meno favorevole alla crescita del commercio internazionale e, dunque, un contesto internazionale più competitivo, la BAT anche nel 2017 mostra segnali positivi di presenza sui mercati esteri.

Nel primo semestre del 2017 la crescita dell’export è stato in termini tendenziali, cioè rispetto al primo semestre dello scorso anno, pari al +7%, un po’ più alta della media regionale (+5,9%), ma un po’ più bassa della media nazionale (+8%).

Positiva per la BAT è stata anche la crescita congiunturale, cioè il secondo trimestre rispetto al primo trimestre 2017 (+1,9%).

L’incremento tendenziale dell’export della BAT nel pimo semestre 2017 mostra, però, un rallentamento rispetto alla crescita in media annua del periodo 2010-2016, che è stata pari all’8,7%.

La composizione dell’export della BAT

E’ l’industria manifatturiera a contribuire fondamentalmente all’export provinciale, nella misura di oltre il 90%.

Circa il 38% dell’export provinciale proviene dal comparto calzaturiero, seguito dai comparti dell’abbigliamento e del tessile che pesano per il 22% circa. Quasi i due terzi dell’export provinciale provengono dal cosiddetto T.A.C. (tessile, abbigliamento, calzature) e la BAT rappresenta uno dei principali distretti calzaturieri italiani.

Rilevante è anche il comparto agroalimentare, che complessivamente pesa per oltre il 16%.

Altri comparti più limitati sono quelli della lavorazione prodotti in metallo (4,8%), dei macchinari non altrimenti classificati (3,9%), della gomma e materie plastiche (3,8%), della chimica (2,5%),

Le aree geografiche di destinazione dell’export della BAT

La crescita meno intensa delle economie avanzate e della zona euro, come dicevo in precedenza, ha spinto anche la BAT a guardare in termini sempre più consistenti ai mercati in via di sviluppo.

L’export verso l’UE continua, comunque, a rappresentare oltre la metà dell’export provinciale.

Le principali criticità dell’export della BAT e gli obiettivi futuri

Pur a fronte dei positivi risultati qui esposti, l’export della BAT presenta dei punti di criticità che in una prospettiva futura di medio-lungo periodo, non possono essere sottovalutati.

A livello mondiale diventa sempre più importante la capacità di crescita dei settori a maggiore contenuto tecnologico, gran parte della sfida innovativa è proprio sulle nuove tecnologie. Non a caso una delle politiche europee più rilevanti è proprio quella del sostegno alle attività di Ricerca e Sviluppo.

La BAT a questo riguardo mostra tutta la sua debolezza. Oltre l’80% dell’export provinciale è infatti legato a settori considerati a basso contenuto tecnologico, esponendosi così fortemente alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo, che possono contare sul costo della manodopera più basso.

Qualcosa comunque sembra muoversi: i settori a medio-alta tecnologia tra il 2010 e il 2016 hanno mostrato un trend di lieve crescita, consolidatasi nel primo semestre 2017.

Nel complesso, comunque, il peso dell’export sul valore della ricchezza complessivamente prodotta dalla BAT, cioè il prodotto interno lordo, rimane modesta, sotto il 10%, contro il 25%della media nazionale.

L’incremento del peso dell’export sul prodotto interno lordo e la crescita dell’export legato a settori con un maggiore conteuto tecnologico sono dunque tra i principali obiettivi che l’economia della BAT dovrebbe perseguire per dare anche un contributo a migliorare il tasso di occupazione. Questi obiettivi dovrebbero diventare l’essenza di una nuova strategia di sviluppo territoriale, che dovrebbero vedere le istituzioni locali e le rappresentaze delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali fortemente impegnate a disegnare».

venerdì 15 Settembre 2017

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